Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge si pone come ambizioso obiettivo quello di gettare le fondamenta normative, anche programmatiche, per poter valorizzare le piccole realtà locali e migliorare le condizioni di vita in tali aree, anche in considerazione delle grandi potenzialità delle aree in questione sotto il profilo turistico, artistico, culturale, ambientale e delle produzioni tipiche locali, riprendendo anche gli utili contributi offerti durante i lavori parlamentari della scorsa legislatura.
      È noto che i 5.865 comuni al di sotto dei 5.000 abitanti gestiscono il 50 per cento del territorio nazionale ed amministrano il 40 per cento della popolazione: sono quindi, nel quadro nazionale, una realtà molto importante e dinamica, sotto i profili più vari.
      I piccoli comuni, però, negli ultimi anni hanno visto decrescere le risorse disponibili, sia per il massiccio taglio di trasferimenti statali, sia anche e soprattutto a causa della costante migrazione della popolazione verso le grandi città, in ragione delle condizioni disagiate di vita in tali comuni, in una sorta di circolo vizioso che, nella gran parte dei casi, ancora purtroppo non si è riusciti a spezzare: infatti, è proprio la scarsa densità di popolazione che riduce l'efficienza dei servizi, essenziali e no, nei piccoli comuni, la quale induce a sua volta il progressivo spopolamento,

 

Pag. 2

con aggravio costante e difficilmente arrestabile del problema.
      Sempre più numerosi sono i casi in cui nei piccoli comuni non è assicurato un livello minimo di base dei servizi essenziali (posta, sanità, scuola eccetera), anche a causa della necessità di accorpare tali servizi tra più realtà locali per ridurre i costi, per non parlare degli altri servizi di pubblico interesse comunque importanti per assicurare una migliore qualità della vita.
      Tuttavia, sono proprio i piccoli comuni ad assumere un insostituibile ruolo nella difesa del territorio e nella politica di riduzione dei costi sociali ed economici dell'urbanesimo (droga, emarginazione, attività illecite, dispersione scolastica, traffico, inquinamento acustico ed ambientale, spese per la sicurezza pubblica e privata) che tali comuni, fortunatamente, quasi non conoscono.
      L'equilibrata distribuzione della popolazione sul territorio nazionale costituisce una garanzia del nostro sistema culturale e sociale, anche con riguardo alla manutenzione del territorio, dei beni storici, monumentali, artistici e culturali, e rappresenta un cardine essenziale per lo sviluppo e per il benessere economico del Paese.
      Con questa proposta di legge si mira a riequilibrare l'attuale situazione, incentivando la vivibilità nei piccoli comuni attraverso agevolazioni per la fornitura dei servizi essenziali e consentendo sia un afflusso di maggiori risorse economiche (anche tramite l'innovativa possibilità di devolvere l'8 per mille dell'IRPEF in favore dei piccoli comuni da parte dei cittadini ivi residenti), sia il potenziamento delle infrastrutture pubbliche (incentivato tramite una riduzione dell'aliquota IVA fino al 2012 su tali lavori), sia una semplificazione dell'azione amministrativa comunale in taluni importanti ambiti, come appunto gli appalti pubblici, ove spesso gli oneri burocratici innalzano notevolmente i costi e ostacolano e rallentano notevolmente l'attività in tale settore.
      Ulteriormente si intende rilanciare la valorizzazione del patrimonio ambientale e storico-culturale di queste aree, presupposto essenziale per l'incremento dell'afflusso turistico, e incentivare e agevolare le iniziative economiche e commerciali dei piccoli imprenditori ivi operanti (spesso soffocate da interminabili iter burocratici autorizzativi), nonché consentire maggiori economie di spesa per tali comuni.
      Si vuole, altresì, sottrarre i piccoli comuni dalla necessità del rispetto di vincoli di spesa di matrice statale, attualmente previsti, che di fatto in molti casi ne paralizzano completamente l'attività.
      Si vuole, inoltre, attribuire un ruolo significativo all'Associazione dei piccoli comuni italiani quale associazione ormai da anni effettivamente ed efficacemente rappresentativa degli interessi dei piccoli comuni, secondo quanto già previsto dal testo unico sugli enti locali (decreto legislativo n. 267 del 2000) e dal decreto legislativo n. 281 del 1997, che ha definito gli organi istituzionali di raccordo tra lo Stato e gli enti territoriali.
      Infine, si vuole garantire la possibilità per tali comuni di non disperdere la professionalità e l'esperienza locali maturate da sindaci che si siano rivelati ottimi amministratori, consentendone la rielezione senza limite di mandato, prevedendo, tuttavia, la necessità di raccolte di firme per la presentazione delle candidature alle elezioni amministrative anche nei comuni sotto i 1.000 abitanti (per i quali al momento non è prevista), onde evitare che i meccanismi elettorali consentano l'attribuzione di vari seggi nei consigli comunali a soggetti che non godano di un significativo ed effettivo sostegno della cittadinanza.
 

Pag. 3